Filippo Caracciolo.
La Guardia di Finanza celebra a Barletta il 249° anniversario dalla fondazione. Foto Ida Vinella
Attualità

Sabato l'assemblea provinciale della Federazione medici di famiglia

Il segretario Delvecchio: «Non si può andare avanti così»

«Dopo due mesi dalla proclamazione dello stato di agitazione, il silenzio assordante della Regione Puglia necessita di una chiara risposta da parte della categoria. Non è più possibile andare avanti in questo modo». Con queste parole il segretario Dino Delvecchio ha annunciato che sabato 28 gennaio si terrà l'assemblea provinciale Bat della Federazione italiana dei medici di famiglia. L'appuntamento è fissato a partire dalle ore 9:30 nelle sale dell'ordine di Trani (124° strada a denominarsi).

«Denunciamo il gravissimo stato di disagio che la categoria vive in questo momento, causato da:

  1. asfissiante burocrazia, con l'introduzione continua di nuovi compiti non condivisi con le OO.SS. spesso attraverso processi informatici inefficienti e una miriade di processi burocratici richiesti in modo assolutamente difforme e incomprensibile dalle Asl e perfino dai singoli distretti.
  2. aumento dei bisogni di salute dei cittadini da una parte dovuto all'invecchiamento della popolazione e dall'altro quale esito dei due anni di emergenza pandemica; in questo contesto l'evidenza di un sistema sanitario regionale fortemente disaggregato e disorganizzato, che trova evidenza nel fenomeno delle liste d'attesa, si scarica inevitabilmente sulla medicina generale che è e resta l'unico sistema di accesso libero alle cure.
  3. scarsa sicurezza, tema divenuto nuovamente attuale con gli ultimi episodi accaduti nella nostra regione che interessano tutti i settori della medicina generale dopo una breve tregua rappresentata dal periodo pandemico.
  4. carenza di medici e perdita di attrattività della medicina generale che stanno mettendo in crisi la sostenibilità del sistema: 118, continuità assistenziale e medicina di famiglia oggi sono a rischio. Il forte disagio infatti sta determinando una grave perdita di attrattività della professione: i giovani medici lasciano gli incarichi dopo pochi mesi e i medici meno giovani che possono vanno in pensione in anticipo. Il tutto accade per l'insostenibilità del lavoro».
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