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Covid, crack da 5 milioni per le stalle pugliesi. «Urge supporto filiera lattiero-casearia»

L'allarme lanciato da Coldiretti

Con un crack da 5 milioni per le stalle pugliesi causato dall'emergenza Covid e dallo stop forzato alla ristorazione, serve un forte patto di filiera lattiero-casearia in Puglia, dopo il via libera agli aiuti per gli allevamenti in Conferenza Stato Regioni e l'istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro, da erogare ai Comuni, per l'adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare nel decreto ristori ter approvato dal Consiglio Dei Ministri. È quanto afferma Coldiretti Puglia, a seguito del crollo delle attività di 20mila bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e 876 agriturismi in Puglia che ha un effetto negativo a valanga sul settore lattiero - caseario, per cui è necessaria una iniziazione di liquidità e un forte patto di filiera.

«Una drastica riduzione dell'attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dalla carne ai salumi e ai formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere un adeguato sostegno economico e iniezioni di liquidità per tutta la filiera agroalimentare. Dare certezze economiche e occupazionali in un momento di grande emergenza è l'obiettivo condiviso degli accordi di filiera per garantire una equa distribuzione di valore per tutti i soggetti coinvolti con un deciso impegno per la sostenibilità ambientale e sociale», afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

«È necessario in questo momento che la Regione Puglia assicuri una boccata d'ossigeno alla filiera con gli indennizzi che gli allevatori attendono da agosto, i 2milioni di euro di sostegno per la mancata produzione da marzo a maggio, e sia attivato anche il contributo per i trasformatori, in modo da supportare tutti gli attori della filiera», insiste il presidente Muraglia.

Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – aggiunge Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

«Con gli accordi di filiera che dettano regole precise – aggiunge Francesco D'Onghia, presidente della Cooperativa Latte Munto in Puglia - con costi di produzione calcolati in base ai reali oneri e prezzi del latte ben definiti secondo quantità assicurate, si riesce a mettere uno stop alle continue fluttuazioni di mercato, dovute a crisi di mercato o a scenari emergenziali come quelli attuali, manovre speculative e a ad eventuali decisioni unilaterali da parte dei caseifici di sospendere il ritiro del latte", perché è importante aggiunge D'Onghia "garantire condizioni di mercato certe agli allevatori. Questa è la nostra esperienza, nata proprio sulla scorta di accordi di filiera con alcuni partner importanti sul territorio, trasformatori che hanno scelto la strada della qualità, della tracciabilità e del forte radicamento sul territorio».

Sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – conclude Coldiretti Puglia – appena 1.400 stalle per la produzione di latte, a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato e agli alti costi di gestione degli allevamenti.
  • coldiretti puglia
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