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Approvata legge su Enoturismo in Puglia, ma MTV non ci sta

Profonda delusione dal Movimento Turismo del Vino che evidenzia criticità ai contenuti della norma regionale

Lo scorso 27 luglio il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la legge regionale che disciplina dell'Enoturismo in Puglia. Ritenuta una "iniziativa legislativa urgente", il percorso di approvazione è stato e condiviso dalla quarta commissione e dall'Aula dopo un confronto nato dall'esigenza di attuare norme statali che disciplinano l'attività enoturistica, integrando la disciplina delle altre forme di turismo rurale, dall'agriturismo alle masserie didattiche.

«La Regione colma il vuoto normativo in materia, offrendo agli operatori la possibilità di sviluppare le attività complementari ed incentivare le iniziative didattiche e ricreative legate alla conoscenza della vitivinicoltura regionale: visite a vigneti, cantine e luoghi ove siano esposti gli strumenti della civiltà contadina, degustazione di vini e prodotti tipici e tradizionali. La valorizzazione e promozione del nostro territorio attraverso l'enoturismo diventano occasione di sviluppo del turismo pugliese, pilastro dell'economia regionale» - faceva presente con orgoglio il proponente, il capogruppo della Lega Davide Bellomo.

La legge regionale definisce i requisiti per l'esercizio dell'attività enoturistica, secondo le disposizioni statali, che stabiliscono competenze e livelli formativi per il personale addetto. È istituito inoltre l'elenco regionale degli operatori che svolgono attività enoturistiche, con procedure di iscrizione semplificate per gli operatori agrituristici riconosciuti dalla normativa regionale.

Ma il Movimento Turismo del Vino della Puglia non è dello stesso parere ma anzi ritiene la legge sull'enoturismo della Puglia appena approvata un freno, anziché un volàno alla crescita della nostra regione attraverso il turismo enogastronomico.

«La legge anziché adottare semplicemente la legge nazionale del 2017 (legge Stefàno) e i decreti ministeriali attuativi emanati nel 2019 che attribuiscono alle Regioni la competenza della formazione ed istituzione di un Albo, regola il settore con una norma ridondante, dirigista, appesantita da aspetti burocratici al limite del paradossale. Il percorso legislativo non ha ascoltato le richieste del settore, con il risultato di un legge dirigista, burocratica e contenente grossolani errori» denunciano i vertici del Movimento Turismo del Vino Puglia.

«Siamo profondamente delusi, i contatti informali con l'assessorato regionale alle Politiche agricole e forestali facevano pensare ad un altro risultato. Anche la partecipazione alle audizioni predisposte dal Consiglio regionale è stata solo parziale perché non siamo stati convocati a partecipare alle più importanti in quanto non considerati 'parte sociale', pur essendo gli attori del settore. In ogni caso, tutte le parti sociali (Confagricoltura, CIA, Coldiretti, Confindustria, tra le altre) e le altre associazioni di settore come le Donne del Vino, richiedevano coralmente l'adozione della legge e dei decreti nazionali mediante una semplice delibera di giunta che avrebbe evitato questo risultato. È evidente che la richiesta è stata disattesa perchè il governo regionale ha deciso di procedere con una nuova legge regionale che il settore enoturistico pugliese non vuole così configurata e che pesa sul settore invece di dargli slancio.

L'errore più macroscopico - aggiunge Mtv Puglia - è contenuto nell'art. 2 comma 1 che identifica i soggetti attivi (chi può svolgere attività di enoturismo). Se la norma nazionale non definisce in maniera specifica i soggetti attivi, ma chiarisce che l'enoturismo comprende 'le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione… nell'àmbito delle cantine' (art. 1, comma 502, l. 205/2017 richiamato nella stessa legge regionale all'art. 1 comma 3), quella regionale a firma del consigliere Bellomo, evidenzia che l'art.2 comma 1 prevede invece un 'elenco positivo' di soggetti che è incompleto e lascia fuori le cantine sotto forma di impresa non agricola che producono prevalentemente 'in casa' le uve destinate alla produzione, mentre per assurdo sono previste le cantine che acquistano prevalentemente uve da terzi. Un 'buco' che rischia di impedire l'attività enoturistica proprio alle cantine più virtuose che la svolgono da molti anni con successo e beneficio per loro e l'economia regionale».

Secondo Mtv Puglia, sarebbe inutilmente burocratico e farraginoso il processo di iscrizione all'istituendo albo degli operatori enoturistici imposto all'art.6 della legge regionale che rischia di rendere difficilmente attuabile la normativa.

«Sarebbe stato logico - evidenzia MTV - un invio diretto telematico tramite il portale SIAN con iscrizione automatica all'albo, salvo verifica successiva dei requisiti visto che si tratta non di attività ex novo, ma già avviate».

Alla luce della delusione del Movimento, Davide Bellomo, capogruppo de La Lega Puglia e proponente della legge si dice soddisfatto invece di aver inserito una norma che prima non esisteva, ma aggiunge «È il caso di osservare che le contestazioni operate sono di poco rilievo. È un dato di fatto che è stato riempito un vuoto normativo che era sotto gli occhi di tutti. È altresì importante sottolineare che la stessa norma di legge sta funzionando in maniera pregevole in altre regioni da ormai diverso tempo, con soddisfazione da parte degli operatori del settore. Come Lega siamo fieri del lavoro svolto, sempre pronti, comunque, a dialogare con tutti gli attori del settore, senza dimenticare le intenzioni da cui nasce questa legge, approvata all'unanimità dalla IV Commissione prima e dal Consiglio Regionale poi».

Disponibile all'ascolto e al dialogo con il Movimento Turismo del Vino è Ignazio Zullo, capogruppo regionale di Fratelli d'Italia «pronta ad apportare, nel caso, le modifiche alla legge regionale sull'enoturismo. Ci dispiace che un Movimento così importante per la promozione del vino associato al turismo possa dire che 'il percorso legislativo non ha ascoltato le richieste del settore' e che per questo motivo 'buona parte delle cantine aderenti al MTV rischiano di non poter fare enoturismo'. Un rischio che sicuramente va scongiurato ponendo correzioni lì dove si sarebbero fatti 'grossolani errori che mettono a repentaglio l'intero settore dell'enoturismo pugliese'. Faremo tutto questo, coinvolgendo l'assessore all'Agricoltura Pentassuglia, nella convinzione che la politica deve saper interpretare e dare risposte non alle felicità del singolo, ma alla collettività».
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