Scuola, si torna alla didattica a distanza. Lopalco: «Per rallentare diffusione del virus»

Viene meno la libertà di scelta, anche i presidi pugliesi condividono le misure adottate

sabato 20 febbraio 2021 13.37
Dal 22 febbraio al 5 marzo tutte le scuole di ogni ordine e grado staranno in Didattica Digitale Integrata. La motivazione alla base della nuova ordinanza del presidente della Regione, Michele Emiliano, è un "peggioramento nel livello generale del rischio di contagio".

Potranno svolgersi in presenza le attività laboratoriali e della didattica inclusiva per disabili e alunni con bisogni educativi speciali, inoltre sarà possibile la frequenza in presenza per quegli alunni che, per varie ragioni, non hanno la possibilità di avvalersi della didattica digitale integrata, non superando, tuttavia, il limite del 50% di ogni classe.

Si attende l'ufficialità della nuova ordinanza sulla scuola in Puglia ma intanto l'assessore regionale Pierluigi Lopalco, a margine della partenza questa mattina della campagna vaccinale indirizzata al personale scolastico, ne spiega le motivazioni: «Abbiamo pensato, in accordo col mondo della scuola, di mettere in campo queste due azioni, che vanno in parallelo. Da una parte accelereremo le vaccinazioni per il personale scolastico, e dall'altro per qualche settimana limiteremo la didattica in presenza, in maniera tale da rallentare la diffusione del virus».

«Le scuole non chiudono, non hanno mai chiuso. Gli operatori scolastici hanno sempre lavorato, sono andati sempre a scuola e anche per questo il partire con una grande campagna di vaccinazione proprio da loro credo sia un segnale importante. La campagna vaccinale deve andare avanti più velocemente possibile per permettere, nel momento in cui riprenderà la didattica in presenza a pieno ritmo, che gli operatori siano sereni e tranquilli. La nuova ordinanza e la campagna di vaccinazione rispondono all'allarme giunto dal Ministero di trovare delle misure restrittive per limitare la diffusione delle varianti».

I Presidi di Puglia


C'è soddisfazione anche da parte dei sindacati, che fino a tarda notte sono stati impegnati ieri in un confronto con la Regione atto proprio alla stesura e approvazione della nuova ordinanza regionale.

«In queste ultime ore si confermano purtroppo le previsioni, nell'evoluzione epidemiologica, di un "peggioramento nel livello generale del rischio di contagio" - commenta Roberto Romito, presidente Associazione Nazionale Presidi Puglia - Questa è sostanzialmente la motivazione basilare della nuova ordinanza del Presidente Emiliano in materia di scuola e rischio pandemico. Non si tratta di chiusura delle scuole, in realtà le scuole effettueranno il passaggio alla DDI (didattica digitale integrata) con l'eccezione delle attività laboratoriali e della didattica inclusiva per disabili e alunni con bisogni educativi speciali, per i quali è prevista la presenza e a questi ultimi le scuole, sulla base di una loro autonoma valutazione, potranno aggiungere la "frequenza in presenza di quegli alunni che per varie ragioni non abbiano la possibilità avvalersi della didattica digitale integrata" non superando, tuttavia, il limite del 50% di ogni classe».

«Viene quindi a cadere la cosiddetta "libertà di scelta" sulla frequenza scolastica concessa impropriamente alle famiglie dalle precedenti ordinanze - aggiunge Romito - che costituiva il principale motivo del nostro dissenso in quanto rappresentava una vistosa anomalia della nostra scuola rispetto a quella del resto del Paese, oltre che ad essere in clamoroso contrasto con i principi costituzionali e gli assetti ordinamentali della scuola italiana. Questa novità, unita all'avvio della campagna di vaccinazione di coloro che lavorano nelle scuole, ci permette invece di esprimere oggi, pur nell'avversa contingenza che porta le scuole stesse ad un'ulteriore restrizione, condivisione nei confronti delle misure adottate e un moderato ottimismo per una pronta ripresa del sistema scolastico pugliese. Che speriamo potrà ripartire con una rinnovata fiducia nella sua capacità di contrastare la pandemia e la povertà educativa da essa indotta soprattutto nella parte più debole e disagiata della popolazione scolastica».