Grotta San Michele, Di Vietro: «Bene regalato alla Diocesi»

Il consigliere di opposizione si scaglia contro le decisioni a favore della Diocesi

sabato 10 ottobre 2015 17.19
A cura di Luigi Veglia
Continuano imperterrite le polemiche dell'opposizione sulla questione "grotta di San Michele": ieri si è cercato di mettere un punto a livello politico a questo dibattito tramite la bocciatura della mozione presentata dalla minoranza ma effettivamente non è così. A ribadire le proprie proposte ed intenzioni è il consigliere d'opposizione Nicola Di Vietro, colui che ieri ha presentato la mozione contro l'atto di giunta sulla questione "grotta di San Michele", che al nostro giornale ha voluto spiegare ancora una volta quanto, secondo lui, questo provvedimento adottato dall'amministrazione sia errato e vada ad impoverire la comunità cittadina: «Noi consiglieri di opposizione abbiamo da subito cercato di far chiarezza chiedendo e presentando la mozione per annullamento della delibera di giunta n°80 del 22.7.2015, delibera che non vende la grotta alla Diocesi ma la regala, discussa ieri e bocciata dalla maggioranza. In tale mozione abbiamo evidenziato una serie di norme che identificano tale bene Grotta di San Michele come un bene di interesse culturale, antropico, geologico e speleologico e pertanto il bene rientra nell'ambito del demanio accidentale quindi non inespropriabile, inusucapibile e invendibile».

«La delibera di giunta - ha proseguito Di Vietro - ha dato via libera a tutte quelle azioni che la Diocesi può intraprendere per, in futuro, vantare diritti. La cosa grave e sconvolgente che si è detta ieri e che la diocesi è capace di intercettare fondi per valorizzare il bene mentre una amministrazione no. Purtroppo questa amministrazione non è capace di sviluppare progetti atti alla valorizzazione del nostro territorio e un esempio pratico, che avrebbe valorizzato anche la Grotta di San Michele è proprio il progetto "Minervino citta' dei geositi" approvato in consiglio comunale e finanziato di cui non se ne sa più nulla in quanto era un mio progetto e anche perchè la grotta di San Michele avrebbe avuto il giusto riconoscimento culturale e quindi il percorso di sviluppo avrebbe attestato la proprietà comunale. Qualcuno sapeva delle intenzioni della Diocesi e ovviamente hanno ostacolato quello che era il mio progetto. Ecco perchè ho sempre avuto ostacoli insormontabili».