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Territorio

Jobs Act, appuntamento CGIL nella Bat

Si terrà mercoledì 4 marzo al Museo Diocesano di Trani dalle 17,30

Da quando il primo marzo è entrato in vigore il Jobs Act molte sono state le polemiche elevate dai diversi sindacati di categoria, ma poche le notizie e le informazioni innerenti questa nuova legge del Governo Renzi: via libera al cosiddetto contratto a tutele crescenti, addio all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per le nuove assunzioni e spazio alla nuova indennità di disoccupazione, la Naspi. Queste sono solo alcune delle principali novità nel mercato del lavoro, così come definito nei decreti attuativi approvati dal Consiglio dei Ministri. Per comprendere meglio quali siano le direttive e le possibilità lavorative la Cgil Bat ha organizzato a Trani, presso il Museo Diocesano, mercoledì 4 marzo, a partire dalle ore 17.30 un convegno dedicato al tema alla presenza dei lavoratori del territorio che interverranno nella discussione ciascuno portando al tavolo la propria esperienza occupazionale al tempo del Jobs Act. A guidare i lavori saranno Angela Seccia, segretaria Cgil Bat e Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat. Inoltre saranno presenti il prof. Vincenzo Bavaro, docente di diritto del lavoro all'Università di Bari, l'arch. Cosimo Santoro di Confindustria Bat e Vincenzo Corvasce, presidente Confartigianato Barletta. A concludere la discussione Serena Sorrentino, segretaria nazionale Cgil.
«Sono tanti gli aspetti che ci preoccupano di questo Jobs act», dichiara Antonucci nel presentare l'iniziativa di mercoledì. «Innanzitutto riteniamo che con questi provvedimenti rimanga invariata la precarietà che contraddistingue già il nostro mercato del lavoro. Non solo, con il nuovo contratto a tempo indeterminato, cosiddetto a tutele crescenti, si aggiungerà solo altra precarietà a quella già esistente. Tra l'altro, non abbiamo ancora capito quali siano le tutele figuriamoci se sappiamo come e quando potranno addirittura crescere. Proviamo ad azzardare una supposizione, forse non ce ne sono affatto di tutele esattamente come accade per un lavoratore a nero. Chissà cosa penseranno le banche quando un dipendente con un simile contratto andrà a chiedere un prestito?».
«E poi pensiamo agli addetti negli appalti, saranno tra i più penalizzati perché potrebbero trovarsi di fronte a licenziamenti per essere poi riassunti con il nuovo contratto. Senza parlare dell'indennità di disoccupazione: con la Naspi il sussidio viene sì allungato nel tempo ma decurtato del 3% dal quarto mese in poi. E non è ancora tutto, perché non sappiamo ancora cosa accadrà con i nuovi decreti sul demansionamento e sul controllo a distanza che devono ancora passare dalle Camere. Sono davvero tante le questioni sul tavolo in queste ultime ore e mercoledì con l'aiuto degli esperti e della segretaria nazionale della Cgil Serenza Sorrentino cercheremo di capire ancora meglio come stanno le cose e proveremo a dare una risposta alla domanda sulle prospettive per il lavoro».
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