Hospice
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Vita di città

Inaugurato l'Hospice di Minervino Murge

Assente per protesta il sindaco

Un Hospice pubblico, tra i pochi della Regione Puglia, una struttura di accoglienza e ricovero che ha come obiettivo quello di offrire cure palliative nelle fasi più avanzate della malattia.
Ma anche un luogo capace di accogliere le famiglie e proporre spazi di incontro e di condivisione. A Minervino Murge oggi è stato inaugurato l'Hospice intitolato a Karol Wojtyla: la struttura è composta da 12 posti letto, sale medici e medicheria, una sala riunioni e una sala di attesa oltre agli spazi riservati alle famiglie. Ubicato al secondo piano del Presidio territoriale di assistenza di Minervino, l'hospice è stato realizzato in luoghi completamente ristrutturati e riqualificati. Ogni stanza è dotata di tutti i confort e di tutte le attrezzature necessarie alla cura in una fase così delicata della malattia.
L'Hospice di Minervino Murge è pubblico ma a conduzione privata: il servizio di assistenza viene offerto dalla Auxilium Cooperativa Sociale attraverso un direttore sanitario, 5 medici, 23 infermieri, 10 operatori sanitari, 1 assistente sociale, 1 psicologo, 1 assistente sanitario. L'accesso al servizio avviene attraverso il Distretto socio-sanitario del territorio di appartenenza.
"Voglio ringraziare – ha detto il presidente Emiliano - tutta la comunità di Minervino Murge perché ha dato la sua disponibilità ad accogliere un luogo molto importante per tutti noi.
E' un luogo che darà da lavorare a tante persone e mi auguro che possa anche alleviare la sofferenza di tante malati e di tante famiglie.
Stiamo provando a ricostruire il tessuto sanitario di questa città che è stato demolito anni fa e lo stiamo facendo cercando in tutte le maniere di collaborare con l'amministrazione comunale.
Mi dispiace molto di quello che è accaduto con il sindaco, ma non fa nulla: la abbraccio lo stesso, sono sicuro che quando a luglio le abbiamo comunicato che avremmo fatto questa inaugurazione e che io sarei venuto qui lei fosse contenta ed entusiasta.
Resta il fatto che qui stiamo raddoppiando il sistema del 118 e abbiamo una gara in corso.
Voglio specificare che i punti di primo intervento sono stati eliminati non da me, ma dal Ministero della Salute che ci ha dato dei parametri precisi che dobbiamo rispettare.
Tra l'altro la prima regione d'Italia ad avere eliminato dieci anni fa i punti di primo intervento è il Veneto dove governa da sempre il centrodestra.
Se dovessimo assumere da parte dei medici di famiglia la disponibilità a gestire l'ospedale di comunità, apriremo anche quest'altra struttura,
In ogni caso qui ci saranno medici, infermieri, ci sarà terapia del dolore, ci saranno psicologi. Ci saranno tantissime persone e sono qui per inaugurare una struttura che è l'onore di tutta la città di Minervino".
"Per tutta la Asl si tratta di un appuntamento atteso e molto importante – dice Alessandro Delle Donne, Direttore Generale Asl Bt – è importante per i malati, per i loro familiari, è importante per questa comunità che vede realizzato un progetto di cura dopo l'applicazione del piano di riordino ospedaliero. Ma soprattutto è importante per quello che l'hospice può offrire in termini di assistenza e cura, in un luogo realizzato per essere il più possibile accogliente".
L'hospice di Minervino è intitolato a Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II: "Abbiamo voluto ricordare Wojtyla con una sua dichiarazione sull'amore come fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano – continua Delle Donne – a lui, all'uomo che ha esercitato il suo magistero fino alla fine con il fardello della sofferenza fisica, affidiamo metaforicamente questo hospice perché, nonostante tutto, riesca a essere luogo di pace e serenità".
La stessa "serenità" che ha ispirato tutti i partecipanti al concorso fotografico "Uno scatto di vita" attraverso il quale sono state scelte le fotografie che allestiscono i luoghi: "Abbiamo voluto con questa iniziativa portare i cittadini dentro queste stanze, affidare a loro pensieri di calma, immagini di luce e richiami felici – dice il Direttore Generale – abbiamo lanciato il concorso sapendo che in molti avrebbero partecipato ma certamente non ci aspettavamo un risultato così sorprendente". L'hospice è stato allestito con 70 fotografie realizzate e donate da: Andrea Guerriero, Angelica Gorgoni, Anna Paola Lacatena, Antonella Abbinante, Atanasio Mastropierro, Barbara Tessa, Carlo Criacci, Claudia De Liso, Claudio Scamarcia, Costantino Sardaro, Dario Dealto, Domenico Savino, Federica Albanese, Federica Francia, Filippo Galentino, Franca Cicirielli, Francesco Brudaglio, Francesca Gorgoni, Francesco Ferrara, Francesco Palmisano, Francesco Paradiso, Franco Altobelli, Gabriele Maiello, Gabriella Ciannamea, Gennaro Delli Santi, Gian Luigi Saraceni, Gionatan Salerno, Giuseppe Malcangi, Giuseppe Schiavone, Laura Agostini, Lupo de Mogar, Michele Amoroso, Michele De Paola, Michele Piscitelli, Nicola Lombardi, Nicoletta Giordano, Patrizia Pasquariello, Raffaello Biscotti, Roberta Cagnetti, Roberto Sibilano, Sabino Liso, Silvia Terlizzi, Teresa Sassi, Vito Petrarolo.
"A ognuno di loro va il nostro ringraziamento – aggiunge Delle Donne – per il dono che hanno fatto, per la delicatezza di cui sono stati capaci e per la volontà che hanno mostrato di fare parte della cosa pubblica".
"Sono doverosi i ringraziamenti al dottor Giuseppe Caruso per la preziosa attività svolta nella fase di start up, anche amministrativa, condotta per garantire l'apertura in tempi celeri – conclude Delle Donne - con la proficua e determinante collaborazione dell'area patrimonio, area tecnica, dipartimento di prevenzione e ufficio qualità della nostra Asl".
Il presidente della Cooperativa Auxilium Pietro Chiorazzo dichiara: "Siamo orgogliosi di questa partnership con la ASL Barletta-Andria-Trani per la gestione del nuovo hospice di Minervino Murge intitolato a Karol Wojtyla, che ha lasciato un grande insegnamento sulla persona, la sofferenza, la morte e l'amore. L'hospice è una struttura sanitaria delicata, a metà tra l'ospedale e la casa del paziente e, come ha recentemente ricordato la pastorale sanitaria della CEI, è un luogo che deve essere aperto alla speranza, perché il tempo di un malato terminale non è attesa di morte, bensì tempo da colmare di senso e di vita, con una presenza competente e amorevole".
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